Slipknot 1. 742617000027
2. (Sic)
1999 (Roadrunners Record) 3. Eyeless
Alternative/Nu Metal 4. Wait and Bleed
5. Surfacing
Line Up 6. Spit it Out
Corey Taylor - voce 7. Tattered and Torn
Mick Thomson - chitarra solista 8. Frail Limb Nursery
James Root - chitarra ritmica 9. Purity
Craig Jones - campionatore 10. Liberate
Paul Gray - basso, cori 11. Prosthetics Joey Jordison - batteria 12. No Life
Shawn Crahan - percussioni, cori 13. Diluted
Chris Fehn - percussioni, cori 14. Only one
Sid Wilson - dj 15. Scissors 16. Me Inside
Ma sopratutto, qual'è il prezzo da pagare per poter essere se stessi, cercando la propria ancora di salvezza dal giudizio, dal condizionamento, dalla omologazione di massa?
Sta tutto nell'album d'esordio dei nove macellai di Des Moines, Iowa.
Violenza corrosiva come se piovesse, veicolo d'espressione di una rabbia interiore è sicuramente uno dei modi per definire questo piccolo portento formato CD. Forse però non rende abbastanza l'idea.
Misogino, brutale, dissacrante e claustrofobico aiutano a definirlo meglio ma preparatevi ancora al peggio perchè fino a quando non vi sarete resi conto della aggressività di brani dello stampo di Spit it Out o Surfacing per citarne due a caso; vien difficile immaginare qualcosa di più spaccatimpani.
Slipknot mischia elementi metal, rap e industrial con un cantato che spazia tra il growl e il melodico (grazie alla versatilità vocale di Corey), potendo vantare una sezione ritmica d'impatto entro la quale spicca senza dubbio il drumming di Joey Jordison, un vero mostro quando si tratta di ricreare veri e propri terremoti uditivi. Sono nove, nessuno superfluo. Il lavoro alla console di Sid contribuisce a dare una seconda dimensione al disco, mentre le due chitarre insieme alla già citata batteria danno vita a intro e riff spaccaossa. Le percussioni Shawn e Chris sono animali da palcoscenico estremamente rumorosi, nulla da dire.
Brani come Wait and Bleed o Purity valgono da soli tutto l'album, è sono espressione della a tratti emblematicità dei testi degli Slipknot, non sempre infatti il messaggio che può esserne ricavato è strettamente connesso con il testo, intendo dire che non siamo davanti a, come amano definirlo alcuni "Un gruppo di pagliacci mascherati" ma a delle vere teste calde che hanno sotto la maschera qualcosa da rigettare in faccia al mondo con tutta l'astiosa delusione possibile.
Una rabbia così sentita che sfiora il contagioso, ci si può facilmente immedesimare nei loro testi sentendo il sangue ribollire nelle vene. Il messaggio? beh, questa è la mia visione: quello che conta è essere se stessi, contro tutto e tutti, poco importa se questo comporta l'emancipazione, il rifiuto, il disprezzo o la solitudine. Il mondo può rivelarsi bastardo, la soluzione è esserlo più di lui.
Dispatia in musica.
"You can't kill me
'Cause I'm already inside you"
(Sic)
Super disco, forse ancora oggi il mio lavoro preferito dei mascherati.
RispondiEliminaJordison enorme, nonostante la stazza. :)